I NOSTRI LAVORI

ADRIANO                                             ANTOINE                                           GENNARO

ELENA

"Elena" , scritta da Euripide nel 412 aC, è una tragedia che ribalta il mito tradizionale della regina di Sparta, presentandola come una vittima degli dèi piuttosto che come la causa della guerra di Troia. L'opera rientra nel genere della tragedia romanzesca , con elementi di avventura e riconciliazione.

PROLOGO

Elena, che non è mai stata a Troia ma è stata portata dagli dèi in Egitto, ha sempre mantenuto la sua fedeltà a Menelao. Tuttavia, vive in un'angoscia continua, intrappolata alla corte di Teoclimeno, il figlio del defunto re Proteo, che ora vuole sposarla contro la sua volontà. Pur essendo protetto fino a quel momento, teme per il proprio destino e continua a sperare nel ritorno del marito, ignaro della verità.

STORIA

L'arrivo di Menelao , naufragato sulle coste egizie, segna una svolta. L'eroe greco, che crede ancora che la moglie sia stata a Troia con lui, è in difficoltà: la sua flotta è distrutta, e il solo compagno rimastogli è un messaggero fedele. Si reca al palazzo per cercare aiuto, ma incontra Elena , che riconosce subito il marito, mentre lui fatica a credere alla verità.

Grazie alle rivelazioni di una profetessa, Teonoe (sorella di Teoclimeno), Menelao si convince che la donna che ha davanti è la vera Elena e non un fantasma. I due coniugi devono ora trovare un modo per fuggire da Teoclimeno.

Elena elabora uno stratagemma: convincere Teoclimeno che Menelao è morto in mare e che deve celebrare un rito funebre con un sacrificio in mare. Il re accetta e concede una nave per il rito. Una volta a bordo, Elena e Menelao, con alcuni marinai greci, prendono il controllo della nave e fuggono.

Quando Teoclimeno scopre l'inganno, è furioso e vuole vendicarsi, ma viene fermato dalla sorella Teonoe, che lo persuade a rispettare la della volontà dèi.

TEMI PRINCIPALI

Rivalutazione del mito – Euripide presenta Elena non come l'adultera responsabile della guerra, ma come una vittima del volere divino.

L'illusione e la realtà – Il concetto del doppio è fondamentale: l'eidolon di Elena ha causato distruzione, mentre la vera Elena è rimasta innocente.

L'inganno e l'intelligenza femminile – Elena usa astuzia e parole per ottenere la libertà, un elemento tipico delle eroine euripidee.

L'influenza divina – Gli dèi sono visti come arbitri del destino umano, ma il loro operato appare spesso ingiusto e incomprensibile.

LE BACCANTI

Le Bacche (o Bacanti) è una tragedia di Euripide, rappresentata per la prima volta nel 405 a.C., che esplora temi legati alla religione, alla natura, alla follia e al conflitto tra ordine e dissolutezza. La trama ruota attorno al ritorno di Dionisio (Bacco), il dio del vino, della follia e del teatro, a Tebe, sua città natale. Il dio, dopo essere stato rifiutato dalla famiglia reale tebana, in particolare dal re Penteo, decide di vendicarsi. Dionisio si presenta sotto le sembianze di un giovane straniero e inizia a provocare il re, che nega la divinità del dio.

Per vendicarsi, Dionisio fa impazzire le donne di Tebe, trasformandole in bacanti che si rifugiano sulle montagne per compiere rituali di danza, canto e ubriachezza. Tra queste donne c'è anche Agave, madre di Penteo. Dionisio inganna il re, facendolo travestire da donna e portandolo sulle montagne dove le bacanti sono in preda alla furia religiosa. Qui, le donne, sotto l'effetto del dio, scambiano Penteo per una preda selvaggia e lo smembrano in un atto di violenza rituale. Agave, la madre, dopo aver compiuto il delitto, riconosce troppo tardi la testa del figlio e si rende conto della sua tragica azione. La tragedia si conclude con la vittoria di Dionisio e la distruzione della famiglia di Penteo, che paga per il suo orgoglio e il rifiuto della divinità.

Il testo esplora vari temi, tra cui il conflitto tra razionalità e follia, rappresentato dalla lotta tra Penteo, simbolo dell'ordine, e Dionisio, simbolo della passione incontrollata. Inoltre, la tragedia riflette sulla potenza del divino, mostrando come Dionisio sia in grado di piegare la volontà degli uomini. Infine, Euripide mette in evidenza la dualità dell'essere umano, tra istinti selvaggi e disciplina sociale. L'opera di Euripide, nota per la sua profondità psicologica e critica delle convenzioni sociali, ha avuto un grande impatto sulla drammaturgia occidentale.

IFIGENIA IN TAURIDE

è una tragedia di Euripide, una delle opere più conosciute dell'antica Grecia. La trama ruota attorno a Ifigenia, figlia di Agamennone e Clitemnestra, che, dopo essere stata sacrificata dal padre per placare gli dèi e ottenere il favore di Artemide, viene miracolosamente salvata e portata a Tauride, dove diventa una sacerdotessa del culto di Artemide.

La storia si svolge quando Ifigenia si trova di fronte a una serie di eventi drammatici: il fratello Oreste, insieme al suo amico Pylade, giunge a Tauride per rubare una statua sacra di Artemide, ma viene riconosciuto da Ifigenia, che lo crede morto. Dopo una serie di peripezie e conflitti emotivi, Ifigenia scopre la verità e si unisce al fratello e a Pylade, riuscendo a fuggire dalla sua prigionia.

Il tema centrale dell'opera è il destino, la vendetta e il riconoscimento tra i membri della famiglia, ma anche la capacità di un individuo di superare le difficoltà e trovare una via di salvezza.

La tragedia esplora anche la complessità dei sentimenti umani e dei legami familiari, con Ifigenia che affronta il conflitto tra il dovere verso gli dèi e l'amore per la sua famiglia.

LE TROIANE

"Le Troiane" è una tragedia di Euripide rappresentata nel 415 aC, subito dopo la distruzione dell'isola di Melo da parte degli Ateniesi, e denuncia le atrocità della guerra. L'opera mostra il destino delle donne troiane dopo la caduta di Troia, vittime della violenza e della crudeltà dei Greci vincitori.

PROLOGO

La tragedia si apre con Poseidone , il dio del mare, che racconta la caduta di Troia e annuncia il destino tragico delle sue donne. Interviene poi Atena , furiosa con i Greci perché uno dei loro capi, Aiace Oileo, ha profanato il suo tempio violentando la sacerdotessa Cassandra . Per vendetta, Atena convince Poseidone a scatenare una tempesta contro la flotta greca durante il viaggio di ritorno.

SVILUPPO

a scena si sposta poi sulle donne troiane prigioniere, guidate da Ecuba , la vecchia regina di Troia, che piange la sua sorte e quella della sua città distrutta. Gli araldi greci annunciano a poco a poco il destino di ciascuna:

Cassandra , la figlia di Ecuba e sacerdotessa di Apollo, è assegnata ad Agamennone . In preda a una follia profetica, prevede la morte del re greco e la sua stessa fine, ma nessuno le crede.

Andromaca , vedova di Ettore, è destinata a Neottolemo , figlio di Achille, che la prenderà come concubina. Straziata dal dolore, è costretta a separarsi dal figlio Astianatte .

Astianatte , l'ultimo discendente della famiglia reale troiana, viene condannato a morte dai Greci per ordine di Odisseo , che teme possa vendicare un giorno la caduta di Troia. Il bambino viene lanciato dalle mura della città.

Elena , la causa della guerra, è portata davanti al marito Menelao , che inizialmente promette di giustiziarla, ma alla fine sembra cedere al suo fascino e la risparmia.

Andromaca parte con Neottolemo, mentre il corpo di Astianatte viene restituito a Ecuba per un ultimo straziante addio. Le donne troiane, ormai senza speranza, vengono infine condotte alle navi greche come schiave. Troia, devastata, viene data alle fiamme, mentre Ecuba si getta a terra in un ultimo grido di disperazione.


TEMI PRINCIPALI

Condanna della guerra – Euripide denuncia la brutalità del conflitto e le sofferenze inflitte ai più deboli, soprattutto alle donne e ai bambini.

Il destino delle donne – Le eroine troiane sono vittime della guerra, private di tutto e ridotte in schiavitù.

Il dolore materno – Ecuba incarna la madre distrutta dalla guerra, testimone della morte dei figli e della caduta della sua città.

La crudeltà dei vincitori – I Greci, pur vittoriosi, guarda spietati, mossi dalla paura e dalla vendetta.

La fragilità umana di fronte agli dèi – Atena e Poseidone decidono il destino degli uomini, mostrando come la guerra sia anche il risultato della volontà divina.

LO IONE

Ione di Euripide, scritta probabilmente nel 414 a.C., è una tragedia che esplora temi di identità, destino e divinità. La storia ruota attorno a Ione, figlio di Apollo e di Creusa, figlia di Erette, re di Atene. Creusa, vittima di una violenza da parte di Apollo, abbandona il figlio per evitare lo scandalo di una gravidanza illegittima. Ione viene trovato e cresciuto da un sacerdote di Apollo a Delfi, senza sapere nulla della sua origine.

Cresciuto nel tempio, Ione scopre finalmente la sua identità divina grazie a una rivelazione di Apollo. Nel frattempo, Creusa, incapace di avere un erede legittimo, cerca disperatamente un figlio con il marito Xuto. Ione e Creusa si incontrano, ma Creusa non riconosce subito il figlio, e solo dopo una serie di eventi si rende conto della sua colpa. Apollo interviene, rivelando la verità e riconciliando madre e figlio. Alla fine, Ione viene accettato come figlio legittimo e assume un ruolo importante ad Atene.

La tragedia affronta temi come la ricerca dell'identità, il ruolo degli dei nel destino umano, la vergogna sociale e la redenzione. In particolare, Euripide esplora il conflitto tra la volontà divina e la comprensione umana, mostrando come il destino spesso sfugga all'uomo, ma possa essere risolto grazie all'intervento divino. Il personaggio di Ione simboleggia la crescita e la consapevolezza, tipiche delle tragedie euripidee. La conclusione, sebbene dolorosa, porta una speranza di riconciliazione e giustizia.

IFIGENIA IN AULIDE

"Ifigenia in Aulide" è una tragedia di Euripide che narra il sacrificio di Ifigenia, figlia di Agamennone e Clitemnestra, in un contesto drammatico e tragico.

La storia si svolge durante la guerra di Troia, quando le navi greche sono pronte a salpare per l'assalto a Ilio, ma un vento contrario li trattiene a Aulide, un porto della Grecia. Il sacerdote Calcante rivela che, per placare la dea Artemide e ottenere il favore del vento, è necessario sacrificare Ifigenia. Agamennone, suo padre, è tormentato dalla scelta di sacrificare la figlia, ma alla fine si sente costretto a farlo per il bene della guerra.

Ifigenia viene convocata a Aulide con la promessa di sposare Achille, ma quando arriva scopre la verità sul suo destino. Nonostante la sua iniziale disperazione, alla fine accetta il sacrificio, mostrando una straordinaria nobiltà d'animo. Tuttavia, proprio al momento dell'atto finale, Artemide interviene e sostituisce Ifigenia con una cerva, salvandola e portandola via.

Il tema centrale dell'opera è il conflitto tra il dovere verso gli dèi e i legami familiari. L'opera esplora anche la sofferenza di Agamennone, che è costretto a compiere un atto terribile per il bene di tutta la Grecia, e il sacrificio di Ifigenia, che accetta il suo destino per il bene della causa collettiva.

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